Un mio avo,
un mio lontano parente, un certo Franco Ciaravella, fu musicista e compositore di canzonette d'amore.
Solo qualche anno fa venni in possesso di alcuni dei suoi manoscritti e questo lo devo ad un'antica amicizia, quella che il Maestro Ciaravella, così era conosciuto nel paese, intratteneva con mio nonno, Liborio Settecasi, molto più giovane di lui e suo parente acquisito (dato che il fratello più grande di mio nonno sposò la sorella del maestro). Insomma i primi accenni dell'unione parentale si erano già fatti avanti bisognava solo aspettare il consolidamento finale.
Se adesso posso raccontare questa storia e se posso leggere questi versi e suonare queste note è solo grazie ad un dono che egli fece a mio nonno materno, il quale fervente amante della musica, lui da buon calzolaio e barbiere, si contornava di amici musicisti, dei migliori esponenti musicali del paese e ne ricavava insegnamenti, passioni e spartiti appunto, imparando da autodidatta la bellezza della teoria musicale e poi anche l'ebbrezza della pratica quando acquistò finalmente il banjo. Mio nonno mi racconta che eseguì spesso nelle sue solitarie esibizioni queste due canzonette, ed è inutile dire quanto fossi emozionata nel riceverle a mia volta in dono da colui che forse geneticamente mi ha donato una qualche vena musicale.
Me le donò quando compì novant'anni assieme ai solfeggi manoscritti e ad alcuni libri dai quali imparò la musica. Il banjo no però, quello vuole tenerlo ancora, perché gli piace pensare di potere un giorno riacquistare le forze per suonarlo.
Riguardo alla storia del dono di manoscritti invece a me piace pensare che il dono che fece il prozio di mio padre al padre di mia madre, sigillando per la prima volta (forse) un amore, quello per la musica, tra un Ciaravella e un Settecasi, fosse destinato a me, frutto dell'amore tra un Ciaravella ed una Settecasi.
Ed è bello, infine, immaginare che scorrono in me le vene musicali di entrambe le famiglie.
Nessun commento:
Posta un commento