venerdì 1 febbraio 2013

Piangersi addosso

A che serve piangersi addosso quando sei consapevole delle tue colpe.?
 Ma la consapevolezza non esclude di colpevolizzare altri o altro. Non può escluderlo perchè siamo fatti così, dobbiamo sempre in un qualche modo giustificarci, prendere posizioni per la nostra stessa difesa.
Cosa c'è da colpevolizzare se una volta iscritti in facoltà si incontrano ostacoli insormontabili?
"Prof. ho delle lacune in questa materia"; "Prof. al liceo non ho avuto un bravo insegnante"; "Prof. questa cosa non l'ho mai capita".
Quante volte ho sentito pronunciare queste frasi, quante volte mi sono trovata nelle condizioni di pronunciarle...
Che crudele realtà questo liceo. Se si è odiato un tempo arriverà quel tempo in cui lo odierai ancora di più, e quel giorno arriva all'università, arriva quando quel Montale che il prof. ti ha fatto tralasciare adesso ti viene chiesto all'esame universitario; arriva nel momento in cui dovendo sostenere l'esame di latino devi esibirti nella lettura metrica, e tu a stento conosci cosa sia un "piede".
Ti chiedono maturità e consapevolezza dei saperi che apprendi, ti chiedono approfondimento di ciò che già avresti dovuto sapere.
Non si tratta di piangersi addosso, e nemmeno di colpevolizzare, ma la realtà è che per tanti che come me hanno vissuto una brutta esperienza liceale soprattutto a livello didattico, è difficile riuscire ad eccellere in materie in cui hai giustamente avuto dubbi e perplessità che mai nessuno è riuscito a risolverti, nemmeno chi avrebbe dovuto. E allora ci accontentiamo della mediocrità, guardando alla perfezione con invidia e rimpianto.

Nessun commento:

Posta un commento