Ci sono momenti in cui cerchi qualcosa e non lo trovi, in cui vorresti qualcosa e non sai cosa...momenti in cui senti solo l'eco delle tue domande.
Ma poi così d'improvviso la tua mente riesce ad aprirsi, senza complicate riflessioni trovi delle risposte; più si riflette più ci si introduce in labirinti inesplorati della mente.
Le risposte potevi trovarle ovunque, ma ti viene offerta la possibilità di trovarle nell'arte.
La tua città può darti questa possibilità, e tu potresti anche non conoscerla mai.
Io l'ho conosciuta in un'apparente monotona giornata.
In quella giornata andai in un teatro.
Lo conoscevo per fama, attraverso immagini o "racconti", mai andata, eppure è stato così semplice e naturale entrarci. Non era un teatro qualunque. Era il teatro di "chiunque".
Il momento successivo al pagamento del biglietto mi ritrovai immersa in un' artistica atmosfera nuova e coinvolgente, in un corridoio di luce soffusa aspettai silenziosamente di entrare.
Ordinatamente entrai e realizzai di essere in un luogo particolare; ero nel posto giusto!
Ogni suo spazio accessibile, tutti potevano posizionarsi ovunque, non c'erano sedie, solo scalini ed un ampio spazio centrale da occupare; ci sedemmo tutti per terra.
Iniziai a sentire qualcosa dentro di me, forse un senso di tranquillità.
Questo nuovo ambiente mi aveva coinvolta, era nuovo ma allo stesso tempo familiare; un posto comune, con gente comune, di ogni età.
Mi guardai intorno, com'è mio solito fare, e notai dei genitori che avevano portato i propri piccoli;credo che questo fu uno degli elementi che mi fece sentire a casa.
Ovunque vedevo gente sconosciuta, ma era gente, che come me, gioiva, e iniziava a sentire qualcosa dentro di sé, particolari sensazioni che spesso possono essere incomprese da chi qua non è mai stato.
Si spensero le luci, piombò il silenzio. Si aprirono le rosse tende, i due attori già sul palco, seduti, stavano in silenzio. Lo spettacolo era già iniziato.
Impossibile riuscire a spiegare lo spettacolo. Assistemmo all'arte, in tutte le sue forme.
Musica, danza, acrobazie, mimo. Umorismo, parodia, ironia, mi diede l'idea di un teatro pirandelliano, erano due maschere forse, questi due attori.
Mascheravano l'uomo italiano manipolato da politica, società, tecnologia?
Non posso dire con precisione i messaggi che vennero lanciati, l'intento era di rapire lo spettatore con suoni e immagini, lasciare questo libero di riflettere e pensare, anche all'infinito...
Non conobbi la voce dei due personaggi, nessuno ha potuto conoscerla, per il semplice fatto che non parlarono. In quei 60 minuti furono tanti i momenti di silenzio, e qua e là si poteva sentire le voci di quei bambini che ora ridevano, ora si abbandonavano a naturali espressioni di apprezzamento, quasi a sottolineare la loro presenza in quel contesto e il loro coinvolgimento emotivo ad un spettacolo che poteva farti ridere a crepapelle e piangere dalla forte gioia.
La definirono un'esplosione di fantasia e libertà, provocazione e bellezza, era tutto questo!
Più passavano i minuti più il cuore si riempiva di emozioni, bisognava ascoltare i suoni e i rumori, ma si offriva la possibilità di ascoltare il proprio cuore, e lì sentivo libertà, libertà; io mi sentivo libera di pensare e riflettere, ridere e gioire...ed ero libera di farlo con le persone che sconoscevo e con quelle che amavo.
Nella semplicità ritrovai me stessa.
Ritrovai la semplicità di un sorriso, e la pienezza delle emozioni, e la ritrovai con lui.
La ritrovai al Teatro Garibaldi Aperto!
La ritrovai al Teatro Garibaldi Aperto!