domenica 18 novembre 2012

Liberi di...

Ci sono quei momenti in cui vorresti essere libero.

Ci sono momenti in cui cerchi qualcosa e non lo trovi, in cui vorresti qualcosa e non sai cosa...momenti in cui senti solo l'eco delle tue domande.
Ma poi così d'improvviso la tua mente riesce ad aprirsi, senza complicate riflessioni trovi delle risposte; più si riflette più ci si introduce in labirinti inesplorati della mente.
Le risposte potevi trovarle ovunque, ma ti viene offerta la possibilità di trovarle nell'arte.
La tua città può darti questa possibilità, e tu potresti anche non conoscerla mai.
Io l'ho conosciuta in un'apparente monotona giornata.

In quella giornata andai in un teatro.
Lo conoscevo per fama, attraverso immagini o "racconti", mai andata, eppure è stato così semplice e naturale entrarci. Non era un teatro qualunque. Era il teatro di "chiunque".
Il momento successivo al pagamento del biglietto mi ritrovai immersa in un' artistica atmosfera nuova e coinvolgente, in un corridoio di luce soffusa aspettai silenziosamente di entrare.
Ordinatamente entrai e realizzai di essere in un luogo particolare; ero nel posto giusto!
Ogni suo spazio accessibile, tutti potevano posizionarsi ovunque, non c'erano sedie, solo scalini ed un ampio spazio centrale da occupare; ci sedemmo tutti per terra.

Iniziai a sentire qualcosa dentro di me, forse un senso di tranquillità.

Questo nuovo ambiente mi aveva coinvolta, era nuovo ma allo stesso tempo familiare; un posto comune, con gente comune, di ogni età.
Mi guardai intorno, com'è mio solito fare, e notai dei genitori che avevano portato i propri piccoli;credo che questo fu uno degli elementi che mi fece sentire a casa.
Ovunque vedevo gente sconosciuta, ma era gente, che come me, gioiva, e iniziava a sentire qualcosa dentro di sé, particolari sensazioni che spesso possono essere incomprese da chi  qua non è mai stato.

Si spensero le luci, piombò il silenzio. Si aprirono le rosse tende, i due attori già sul palco, seduti, stavano in silenzio. Lo spettacolo era già iniziato.

Impossibile riuscire a spiegare lo spettacolo. Assistemmo all'arte, in tutte le sue forme.
Musica, danza, acrobazie, mimo. Umorismo, parodia, ironia, mi diede l'idea di un teatro pirandelliano, erano due maschere forse, questi due attori.
Mascheravano l'uomo italiano manipolato da politica, società, tecnologia?
Non posso dire con precisione i messaggi che vennero lanciati, l'intento era di rapire lo spettatore con suoni e immagini, lasciare questo libero di riflettere e pensare, anche all'infinito...


Non conobbi la voce dei due personaggi, nessuno ha potuto conoscerla, per il semplice fatto che non parlarono. In quei 60 minuti furono tanti i momenti di silenzio, e qua e là si poteva sentire le voci di quei bambini che ora ridevano, ora si abbandonavano a naturali espressioni di apprezzamento, quasi a sottolineare la loro presenza in quel contesto e il loro coinvolgimento emotivo ad un spettacolo che poteva farti ridere a crepapelle e piangere dalla forte gioia.
La definirono un'esplosione di fantasia e libertà, provocazione e bellezza, era tutto questo!
Più passavano i minuti più il cuore si riempiva di emozioni, bisognava ascoltare i suoni e i rumori, ma si offriva la possibilità di ascoltare il proprio cuore, e lì sentivo libertà, libertà; io mi sentivo libera di pensare e riflettere, ridere e gioire...ed ero libera di farlo con le persone che sconoscevo e con quelle che amavo.
Nella semplicità ritrovai me stessa.
Ritrovai la semplicità di un sorriso, e la pienezza delle emozioni, e la ritrovai con lui.
La ritrovai al Teatro Garibaldi Aperto!

venerdì 16 novembre 2012

Cogliere le differenze

Uno dei lati che preferisco del mio essere studente di due scuole così diverse e lontane quanto simili e complementari è cogliere le differenze. Si tratta certamente di due mondi diversi, per organizzazione in primis,  le strutture sono necessariamente assai diverse, il rapporto Maestro-studente è diverso...ecc..
Ma volendomi soffermare sulla figura dello studente ci sarebbe davvero tanto da scrivere...

Capitava ieri di dover aspettare, seduta nelle antiche panchine di marmo bianco,per la mia prima lezione di armonia.Quando io aspetto, osservo, e quando osservo mi piace giungere a mie conclusioni, molto precarie e spesso affrettate.

Bene, ieri, mentre aspettavo, osservavo, e mentre osservavo concludevo che: era un continuo entrare ed uscire di Maestri, studenti, bidelli, segretari...alcuni erano accomunati dall'essere musicisti, lo studente ha in comune questo con il maestro; altri erano accomunati dall'amicizia, lo studente conosce i lavoratori, tutti, della propria scuola.

Ma lo studente ha qualcosa in più, arriva con il suo strumento o i suoi spartiti in una borsa, ed entra fiero e già soddisfatto da quella porta, perchè sta entrando nel suo mondo, perchè sa che da lì a poco riuscirà a "dare" qualcosa, riuscirà ad esprimere il proprio io attraverso la musica.
Entrano tutti così da quella porta, perchè in quella scuola non sono dei numeri, non sono matricole, non te lo chiede nessuno il numero di matricola, in quella scuola sono persone, o ancor di più sono musicisti, e sono conosciuti con il proprio nome, ed ecco che entrano felici, perchè salutano il Signor Nino, salutano il Maestro, salgono in ascensore con il Direttore Ficola che si interessa dei tuoi studi, che ti fa la battuta con il sorriso, e poi arrivi nella tua aula, con il tuo Maestro pronto ad ascoltare e a consigliare (musicalmente parlando).

Essere uno studente del conservatorio vuol dire essere. Non voglio dilungarmi alle consecutive polemiche sull'altra mia scuola, non dico che in questa non puoi essere conosciuto per il tuo nome, può capitare, ma il più delle volte non se ne fanno niente del tuo nome se non sai a memoria il tuo numero di matricola...

Eppure certe analogie ci sono, sono due percorsi di studi davvero complementari, a volte può mancarti quel tassello che ritrovi in una materia presente nell'altro piano di studi, io le trovo complementari, e sono più convinta di anni fa della mia scelta, sono materie che ti formano culturalmente, che allenano il tuo cervello al pensiero, creano il tuo io e lo affermano...

Cogliere le differenze è ciò che mi rende consapevole del mio percorso, domani cercherò altre analogie!

mercoledì 14 novembre 2012

Discutendo...tra me e me stessa

Ritrovandomi in una sera come questa, stanca ma annoiata, felice ma in attesa (non credo alla scema pubblicità della felicità dell'attesa-capitolo a parte-), mi rendo conto che l'unico mezzo che nell'anno di nostra vita è da usare è il pc, rigorosamente collegato ad una connessione internert mediamente veloce (a scrocco, si dice così dalle mie parti) ma che ti permetta di porre la tua attenzione in cose di tua "piacevolenza"..
Visto e considerato il fatto che l'altro mezzo a cui ci hanno abituato non è da chiamare in causa, se vuoi quanto meno mantenere una certa cultura e non farti plagiare da avidi dementi devi occupare quel poco di tempo libero che ritagli nella tua vita in cose di tua utilità.
 Bene, pochi momenti fa chiedevo a me stessa: in questo momento cosa ti è utile? 
Dovevo fare una scelta, non molto difficile, spengo la tv o il pc?? Sapete già come è andata... 
Ecco ma perchè a quest'ora della notte invece di andarsene a dormire accucciati sotto le leggere coperte di novembre io voglio ancora stressare il mio povero cervello?? Non c'è risposta. O sarà perchè stiamo tutto il giorno ad ascoltare, immagazzinare, recepire le invenzioni di altri, recepire scoperte di intellettuali e studiosi che chissà che come me non hanno dormito per "inventare". Che bella cosa l'inventio!! Bisogna attivarlo quest'intelletto, farlo lavorare questo cervello...
Questa sera ho voluto creare questo bolg, ne avevo uno un tempo, prima che inventassero wordpress e cancellassero tutti i blog di msn...non avevo più pensato di ricrearlo..ma adesso che ho ripreso gusto nell'espressione della parola, mi sono detta: perchè no?
Non ho grandi aspettative, ma mi sono detta, è la nuova forma d'espressione, voglio far conoscere il mio ethos? voglio mettere in pratica quelle poche idee che rimango in piccolo quadernetto? Beh scriviamo su un blog...non so di preciso cosa scriverò, racconterò storie, possono essere storie di gente che incontro nel mio percorso, storie personalmente vissute, storie del mio io, posso scrivere delle mie ricette, chissà che a qualcuno non interessino le mie invenzioni culinarie..scriverò, e se mi vorrete seguire con piacere mi farò leggere...Hasta la vista..siempre!
Corro a letto, il mio cervello vuole riposare...